Unione Europea e cittadini attivi
Svolto in Aula Magna un seminario di approfondimento di educazione civica sull’Unione europea, su iniziativa della prof.ssa Mariella Sangiorgio
Sono i diritti umani, il rispetto delle leggi e la tutela della libertà di stampa alcuni dei temi più attuali nel dibattito europeo. E la stessa Unione Europea deve essere considerata un’istituzione vicina ai cittadini di tutti gli Stati membri.
E’ quanto emerso ieri nel seminario su “Istituzioni europee e partecipazione dei cittadini”, come approfondimento di educazione civica per le classi V A, V B e II B, organizzato dalla prof.ssa Mariella Sangiorgio.
Relatrice la dott.ssa Rossella Vignola, project manager presso l’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e il Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento, con esperienze di ricerca su tematiche legate a società civile, migrazioni, politiche europee e partecipazione.
C’è bisogno, infatti, di formare i cittadini sulle questioni europee: “C’è poca consapevolezza sull’Unione Eurpea – ha detto la dott.ssa – su cos’è e come funziona ci sono imprecisioni a tutti i livelli”.
Ecco perché ai liceali riuniti in Aula Magna, la ricercatrice ha illustrato il funzionamento delle istituzioni, distinguendo i ruoli di Parlamento, Consiglio dell’Unione europea e Commissione; la definizione di regolamenti, direttive e decisioni; le competenze legislative sovranazionali, classificate in esclusive dell’UE, concorrenti con gli Stati e di sostegno (per quegli ambiti in cui l’UE non ha competenza).
In questo quadro generale, si inserisce l’iniziativa dei privati cittadini che possono far sentire la loro voce in merito a questioni di carattere sovranazionale e in difesa dei diritti umani: esempi sono la petizione “Water – Human Right”, che ha portato nel 2021 all’approvazione di una direttiva europea, e l’attuale iniziativa europea contro le “Slapp”, le cosiddette querele bavaglio, scaturita dall’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia e da una forte mobilitazione della società civile europea.
La strada da percorrere, quindi, è ancora lunga perché l’Europa, da progetto economico di ripresa nel secondo dopoguerra, diventi sempre più un’architettura sovranazionale capace di garantire i diritti di tutti i cittadini europei.